venerdì 20 marzo 2020

Un orgoglio vercellese



La Storia

La città di Vercelli ha più di 2500 anni e sembra che la sua fondazione risalga ad un centinaio di anni dopo quella di Roma.

Numerose sono le testimonianze che ci sono giunte dal passato, una di queste fu opera di Plinio il vecchio, che scrisse: “Vercellae Libicorum ex Salyis ortae”.

Ma la fisarmonica entra nella storia di Vercelli solo all'inizio del Novecento, con Simone Merlo, fisarmonicaio che dopo aver fatto l’apprendistato a Stradella, apre la prima bottega.

Già nel primo Dopoguerra se ne contano diverse. Molti reduci del conflitto decisero infatti di investire nelle botteghe artigianali di fisarmoniche le proprie cedole per il servizio di guerra riscattate alla Banca di Novara.

Nel 1921 a Vercelli viene fondata ”Coopé Armoniche“, una cooperativa formata da ex operai specializzati di altre botteghe artigiane di fisarmoniche, che divennero soci lavoratori, mettendo in comune le loro forze e la loro creatività.
La Coopé Armoniche unendo tutta l'esperienza dei soci lavoratori si specializzò ...

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sabato 14 marzo 2020

Tutti i 36 capolavori di Vermeer in un solo sito

Se volete vedere tutti i 36 dipinti di Vermeer in un solo sito cliccate qui.
Bellissimo!!!!!!

Il sito di Google Art & Culture è un' autentica miniera che ci potrà fare compagnia fino al termine di questo periodaccio

venerdì 13 marzo 2020

10 Musei da visitare stando chiusi in casa

Non si può uscire ma virtualmente possiamo visitare tutti questi 10 musei:

1. Pinacoteca di Brera - Milano

2. Galleria degli Uffizi - Firenze

3. Musei Vaticani - Roma

4. Museo Archeologico - Atene

5. Prado - Madrid

6. Louvre - Parigi

7. British Museum - Londra

8. Metropolitan Museum - New York

9. Hermitage - San Pietroburgo

10. National Gallery of art - Washington

giovedì 12 marzo 2020

AIUTIAMO IL NOSTRO OSPEDALE

Come dice Giulio Zella (presidente OPI Vercelli):

"Nella storia gloriosa della nostra città in tutti i momenti di grave crisi per la popolazione i vercellesi si sono stretti intorno al loro Ospedale e la storia è segnata da tantissime testimonianze di grandi slanci di solidarietà verso lOspedale e il personale che in esso vi opera. E anche adesso, nel corso di questa epidemia, i Vercellesi testimoniano in mille modi il loro sostegno. È davvero commovente lo slancio con cui i cittadini cercano di sostenere questa illustre Istituzione che prosegue la sua preziosa opera ininterrottamente da quasi 800 anni"

Aiutiamo il nostro ospedale con una donazione!!!!

seguendo queste istruzioni (è un ente pubblico e ci sono delle procedure da seguire):

Bonifico sul conto corrente aziendale
IT09H0609022308000050505105 
SWIFT CODE CRBIIT2B 
specificando nella causale “Donazione Covid-19”.

Nell’effettuare il bonifico, il donatore deve specificare i seguenti dati:
COGNOME e NOME
CODICE FISCALE

Per poter tracciare la donazione ed effettuare tutti gli atti connessi (delibera di accettazione, ecc.) il donatore dovrà successivamente inviare una e-mail a emanuela.ronza@aslvc.piemonte.it indicando:
COGNOME e NOME
CODICE FISCALE
LUOGO E DATA DI NASCITA
IMPORTO DELLA DONAZIONE
RECAPITO TELEFONICO
Allegando copia della ricevuta.


domenica 8 marzo 2020

CoronaVirus: gli aggiornamenti

Dalla newsletter de IlPOST:

I casi positivi segnalati in Italia sono 5.883.
Sono le 15 e 10 dell'8 marzo

Vi avevamo promesso che ci saremmo fatti sentire prima di lunedì se fosse successo qualcosa di importante: abbiamo ritenuto fosse opportuno farlo.

Il governo ha approvato un nuovo decreto per provare a isolare il più possibile i territori della Lombardia e di altre 14 province per lo più nel Nord Italia, con l’obiettivo di contenere l’epidemia da coronavirus che da ormai due settimane interessa il nostro paese.

La decisione è stata annunciata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alle 2 di notte in una breve conferenza stampa organizzata dopo ore piuttosto convulse, nelle quali il governo si era confrontato con le Regioni sul contenuto del decreto, la cui bozza era stata resa pubblica da giornali e televisioni generando ulteriore confusione e spaesamento per milioni di persone potenzialmente interessate.

Una regione e quattordici province
Il decreto è valido da oggi e fino al 3 aprile, e interessa tutta la Lombardia e le province di: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Verbano Cusio Ossola, Novara e Vercelli. Invita la popolazione a “evitare ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori” indicati e chiede inoltre che non ci si sposti all’interno di quelle aree.

I comuni lombardi del basso lodigiano (la zona di Codogno, per intenderci) e di Vo’ in Veneto non sono più “zona rossa”, perché questa distinzione secondo il governo è ormai superata: molte delle regole applicate in quell’area sono ora estese a tutta la Lombardia e alle altre 14 province. Ci si potrà spostare “solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute”, ha detto Conte. Il divieto non è quindi assoluto, ma ci potranno essere controlli da parte delle forze dell’ordine per verificare le motivazioni di uno spostamento.

Il governo ha inoltre disposto che in Lombardia e nelle altre 14 province bar e ristoranti restino aperti solamente dalle 6 alle 18, posto che possano garantire la distanza di un metro tra i clienti e il servizio al tavolo.

Tutta Italia
Per tutta Italia - quindi comprese le zone con maggiori restrizioni - è stata disposta la sospensione degli incontri con pubblico, degli spettacoli di qualsiasi tipo, delle attività sportive (eccetto quelle con atleti professionisti, a patto che siano senza pubblico), delle lezioni nelle scuole e nelle università (fino al 15 marzo, fino al 3 aprile nelle zone isolate), delle attività nelle discoteche, nelle sale da ballo e nei centri ricreativi di vario tipo. I centri commerciali potranno essere aperti nei giorni feriali.

Come funziona per gli spostamenti
Abbiamo provato a capire che cosa implichino le nuove misure per chi si deve muovere in Lombardia e nelle 14 province, e per chi vorrebbe entrare o uscire da quei territori. Le questure di diversi capoluoghi di provincia interessati ci hanno risposto che sono in corso riunioni e incontri, che coinvolgono le prefetture incaricate di far rispettare il decreto. Saranno quindi pubblicate circolari con spiegazioni nel dettaglio, in preparazione in queste ore.

Entrare e uscire
Non c’è un «divieto assoluto» di ingresso e uscita com’era previsto per la vecchia “zona rossa”: ora l’indicazione è di evitare di entrare e uscire dalle nuove zone isolate, cosa che comporterà una «ridotta mobilità». Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha spiegato la sua interpretazione del decreto per quanto riguarda le province interessate della sua regione: chi deve entrare e uscire per ragioni di lavoro potrà farlo, così come potranno entrare e uscire le merci. «Quello che si vuole evitare con questo decreto è quello che è futile: ciò che è necessario lo puoi continuare a fare», ha spiegato Cirio.

Spostarsi 
Secondo il decreto - e dando per buono ciò che ha detto Conte - per chi deve spostarsi da Milano a Bergamo o da Padova a Treviso, insomma da province diverse nella zona isolata, varranno le stesse regole degli spostamenti in ingresso e uscita dall'area stessa. Vanno evitati, ma sono consentiti nei tre casi previsti: lavoro, necessità e salute. Valgono le stesse incertezze: non è chiaro come si dovrà dimostrare di rientrare nei casi in cui è previsto.

Per chi si interroga sugli spostamenti ancora più ridotti, per esempio quelli a piedi o all’interno del proprio comune, ha chiarito meglio le intenzioni del decreto Cirio, che ha spiegato: «Se tu devi uscire di casa per comprare il pane per i tuoi figli potrai farlo. Se devi uscire per andare a prendere il gelato e fare due passi, oggi, vietato non c’è scritto, ma ti viene intimato di evitarlo».

Rientro a casa
Chi attualmente si trova fuori dalle aree della zona isolata, ma in quelle aree ci vive, potrà rientrare: è consentito tornare «al proprio domicilio, abitazione o residenza». Non è ancora chiaro se sarà necessario esibire documenti che lo provino.

Treni e mezzi pubblici
Non ci sono notizie certe su come saranno gestiti gli spostamenti dei passeggeri dei treni e dei mezzi pubblici, che collegano più centri urbani. Un’ipotesi è che saranno attivati controlli nelle stazioni, ma non è chiaro con quali criteri.

Inasprimento
Le nuove decisioni sono le più severe adottate finora dal governo per contenere i contagi da coronavirus, e non hanno precedenti nella storia recente del nostro paese, a conferma del momento straordinariamente complesso che stiamo vivendo. Come abbiamo visto non si sa ancora come saranno messe in atto, anche per assicurarsi che siano rispettate, ma è invece evidente che il governo abbia voluto comunicare nel modo più rigoroso e formale possibile un concetto che autorità sanitarie, medici, virologi ed esperti dicono ormai da giorni:

con questa epidemia non si scherza, dobbiamo fare tutti la nostra parte per rallentare la sua diffusione.

Casa
E per farlo, la cosa più saggia è stare a casa il più possibile. Inoltre, ci perdonerete la pedanteria, è importante: ridurre i contatti sociali, non frequentare luoghi affollati, lavarsi spesso e bene le mani per almeno 30 secondi, non andare al pronto soccorso se si hanno febbre e difficoltà respiratorie, ma chiamare il proprio medico di famiglia o la guardia medica.

Meno contagi significa soprattutto meno rischi per le persone più esposte - come anziani e già malati di altro - che devono poi essere ricoverate. E meno ricoverati per coronavirus significa meno persone i cui sintomi diventano tali da rendere necessario il ricorso alla terapia intensiva. E meno pazienti in terapia intensiva significa avere ospedali in grado di provvedere a tutti, con più efficienza e prontezza.

Dovere rimanere più a lungo in casa ed essere alla ricerca continua di aggiornamenti sulla crisi in corso può avere un effetto controproducente, in termini di ansie e qualità della vita in generale. Ritagliarsi del tempo per pensare completamente ad altro può aiutare: fare le faccende di casa può, oppure provvedere a qualche lavoretto (non c’è quel quadro da appendere in salotto da anni che aspetta? o quell’antina in cucina che chiude male?) o ancora leggere un libro, guardare Netflix o Amazon Prime, fare giardinaggio, diventare cintura nera di torte salate; insomma, ci siamo capiti.

Siamo in questa cosa tutti insieme. Senza allarmismi inutili, senza ansie eccessive, senza farsi prendere dal panico: se ognuno farà la sua parte anche nelle cose più piccole la situazione migliorerà.


Ci sentiamo domani. Ciao!

venerdì 6 marzo 2020

CoronaVirus: un messaggio dal presidente dell'ordine degli Infermieri

Il comunicato di Giulio Zella presidente dell'Ordine delle Professione Infermeristiche della provincia di Vercelli (socio fondatore di Consulta1219) a tutti gli infermieri:

A tutti gli Infermieri, Infermieri pediatrici della provincia di Vercelli.

In un momento così delicato e tanto difficile, anche dal punto di vista emotivo, che vede una rapida evoluzione degli eventi, noi Infermieri assicuriamo alla popolazione i servizi sanitari essenziali, con la consueta professionalità e senso di responsabilità che da sempre ci contraddistinguono.
Anche noi siamo fortemente preoccupati per le nostre famiglie e per i nostri cari, ma restiamo ugualmente in prima linea tutti i giorni per assicurare la presa in carico di tutti i pazienti che si affidano alle nostre cure. 
Lavoriamo senza sosta per assicurare a tutti, soprattutto in questo momento speciale, idonee cure e sollievo dalla sofferenza sia fisica sia spirituale, in stretta sinergia con gli altri professionisti della salute, medici, tecnici e personale di supporto, degli Ospedali della Provincia. 
Siamo rientrati dalle ferie e dai turni di riposo per sostituire i Colleghi come richiesto dalla deontologia professionale. 
Ci stiamo caricando di questo pesante fardello perché in tutti i modi vogliamo assicurare ai Cittadini il patto di cura di cui ci sentiamo garanti. La nostra relazione con i Cittadini e con i pazienti è da sempre orientata, al bene della persona e della comunità a cui apparteniamo.
Stiamo lavorando senza sosta per far sì che questa emergenza venga presto controllata. Purtroppo, a volte anche a costo della nostra stessa incolumità.
Proprio per questo mi sento di abbracciare tutti i Colleghi che in questo momento e fino al termine di questa emergenza lavoreranno negli Ospedali, nelle rianimazioni, nei reparti per malattie infettive e sul territorio con immensi sacrifici. 
A tutti dico di restare saldi nei propri principi, di mantenere la calma e la dedizione alla professione che abbiamo scelto di esercitare. 

Ringrazio tutti per l’impegno, la competenza e la dedizione che in questi giorni avete dimostrato.

A tutti dico di compiere questo enorme sforzo per mantenere vivo e operativo questo nostro Servizio Sanitario Nazionale: universale, solidaristico e gratuito, vanto per noi Cittadini e per noi professionisti.

Giulio Zella

Da parte nostra un grazie di cuore per gli sforzi e la pressione a cui sono sottoposti gli infermieri.

(il presente comunicato è stato pubblicato anche da VercelliOggi di ieri)

giovedì 5 marzo 2020

Ecco Andrea all'opera a Gerusalemme


Andrea Caligaris sul LaStampa di oggi

Con grande orgoglio citiamo la presenza su LaStampa di oggi di un articolo sull'attività del nostro socio gattinarese nel team che sta lavorando al rilevamento della pavimentazione della Basilica del Santo sepolcro a Gerusalemme.
Ecco copia dell'articolo.