martedì 30 giugno 2020

Florence Nightingale: la sua vita (seconda parte) La Guerra di Crimea

(di Giulio Zella   - OPI Vercelli)

Nel mese di marzo 1853 la Russia invade la Turchia. Temendo l’espansionismo russo, la Gran Bretagna, la Francia e il Regno di Sardegna inviano truppe in soccorso ai turchi. 
A Scutari, sul bosforo di fronte a Costantinopoli l’odierna Istanbul, le caserme dell’artiglieria turca erano state consegnate agli inglesi insieme con l’annesso Ospedale Generale:  era il complesso ospedaliero nelle retrovie dove venivano trasferiti i militari feriti e malati, dal campo di battaglia, luogo dove avevano ricevuto le prime cure negli ospedali da  campo.

I feriti venivano ammassati su navi di qualsiasi genere  che venivano adibite a navi ospedale ma che di sanitario non avevano nulla. Nel frattempo era scoppiata, fra le truppe, una epidemia di colera che aveva congestionato fino all’inverosimile i locali dell’Ospedale Generale. Pertanto, il comando, per far posto al continuo e incessante arrivo di feriti dal fronte e dal gran numero di malati di colera, decise di adibire a ospedale anche i locali dell’intera caserma. L’edificio era molto vasto ma in pessime condizioni, molto sporco e addirittura una parte era in rovina, mancava il personale per assistere i feriti e i malati, il materiale per ripulirlo e le attrezzature sanitarie erano inesistenti. 

Sidney Herbert, che nel frattempo era diventato Ministro della Guerra, ritenne poco convincenti le assicurazioni dei vertici militari e sulla spinta di una opinione pubblica sempre più indignata per le notizie che giungevano dal fronte,  il 15 ottobre 1854 scrisse a Florence Nightingale invitandola a recarsi a Scutari e inserendo, per la prima volta nella storia britannica, delle infermiere nei ranghi dell’esercito. Florence Nightingale accettò. 

Florence fu incaricata, dal Ministero della Guerra,  di assumere 40 infermiere. Passarono la selezione  solo in 38 fra laiche e religiose.
Fin dal primo momento in cui posero piede sulla spiaggia di Costantinopoli Florence Nightingale e le sue infermiere incontrarono la ferma e incondizionata opposizione dei comandanti militari e dei medici militari. “Di tutte le pazzie del Governo questa era la peggiore” dissero.

Il 5 novembre 1854 quando, Florence, arrivò all’Ospedale Militare stava cominciando l’inverno. Alle infermiere erano state assegnate sei stanze, di cui una era la cucina, e un’altra uno sgabuzzino di nove metri quadrati. Una delle camere era ancora occupata dal cadavere di un generale russo. Tutte le stanze erano sporche e non c’era modo di poterle ripulire, non c’era nulla da mangiare, non c’erano lampade né candele e mentre si coricavano fra topi e pulci lo sconforto fu davvero comune a tutte. 

L’Ospedale era un disastro in quel tempo fra feriti e malati si arrivò a toccare l’incredibile numero di 10.000 pazienti ricoverati contemporaneamente. Mancavano i letti e la biancheria i malati e i feriti erano distesi in più file direttamente sul pavimento avvolti nelle stesse coperte con le quali erano stati soccorsi al fronte indurite dal sangue e dagli escrementi. Le amputazioni e gli interventi chirurgici avvenivano direttamente in corsia con i pazienti seduti su delle botti, sotto gli occhi di tutti  specialmente di coloro che avrebbero subito la stessa sorte poco dopo. 
Con il danaro messo a disposizione da una sottoscrizione del Times e con i suoi risparmi personali comperò letti, coperte, biancheria, camice berretti da notte, installò una lavanderia e una cucina, ingaggiò personale per la pulizia delle corsie e per seppellire i morti. Lavorò incessantemente sino allo sfinimento fisico e nello spazio di pochi mesi l’ospedale cominciò a funzionare. 
Dimostrò, con l’uso della statistica, che l’alto tasso di mortalità per malattie tra i soldati (42%) era correlato all’inadeguatezza dell’assistenza e, nonostante gli ostacoli frapposti dagli ufficiali medici, che non accettavano questa teoria, potendo contare sui fondi ottenuti da donazioni private, con grande determinazione riuscì a dotare il Barrack Hospital di Scutari di efficienti servizi igienico-assistenziali e di idonee infrastrutture. Il tasso di mortalità scese al 2%.
Quello che non riuscì mai a migliorare fu il suo rapporto con i militari e con i medici che la vedevano sempre con diffidenza se non con vera ostilità. Florence Nightingale viene rappresentata nella iconografia popolare come la Signora della lampada perché pare usasse una lampada per spostarsi nelle corsie durante la notte.

La realtà in effetti era molto diversa. Sicuramente la lampada era utilizzata per questo scopo ma una notte il reporter del Times la raggiunse in ospedale e la trovò con un martello in mano. Aveva da poco scassinato un armadio di farmaci che il medico di reparto si ostinava e tenere chiuso a chiave e in nessun modo voleva dispensare i farmaci ai malati. Nel suo articolo, tuttavia, ritenne di non dover raccontare proprio tuttala verità e così invece di un poco dignitoso martello mise fra le mani di Florence Nightingale una lampada.

Florence Nightingale si ammalò di brucellosi una malattia allora ancora sconosciuta che veniva chiamata genericamente febbre di Crimea. Sopravvisse, anche se gli strascichi della malattia la resero praticamente invalida per tutto il resto della sua vita. 
Ritornò in servizio e portò a termine la sua missione fino alla fine della guerra. Intanto in patria la sua figura e quella delle altre Infermiere erano divenute vere e proprie icone. Le sue gesta  erano costantemente riportate dalle corrispondenze del Times e lei era ritenuta un eroe per essersi spesa fin quasi alla morte per assistere i soldati feriti e malati.

Nel mese di luglio 1856, quattro mesi dopo la cessazione delle ostilità, Florence Nightingale e le sue infermiere si imbarcarono a Costantinopoli per far ritorno in Inghilterra.
(le immagine sono estratte dal sito del National Army Museum di Londra)

(Fine seconda parte - continua)

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